#Cavaliere del Lavoro
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è mancato il Dottore Oronzo De Matteis - Commendatore e Cavaliere del lavoro
è mancato il Dottore Oronzo De Matteis – Commendatore e Cavaliere del lavoro
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Leggo che in giappone un professore è stato licenziato e gli hanno tolto 127000 euri di pensione perché al distributore si versava caffè in quantità maggiore rispetto a quella che aveva pagato.
Noi abbiamo nominato il cane della Cirinnà cavaliere del lavoro.
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Una nazione a rovescio che non vuole gli immigrati, a meno che siano disposti a lavorare per poco o niente e a morire senza fiatare.
Va un po' meglio agli operai nostrani che se si fanno male o muoiono sul lavoro, non saranno buttati via come sacchi della spazzatura ma saranno onorati per un paio di giorni dai titoli scandalizzati sui giornali e in TV.
Il Presidente intanto vorrebbe tutelare i rifugiati (ma il governo della matrigna fascista e bugiarda sicuramente non è d'accordo) e da lui vorrei sapere la differenza tra chi scappa dalle persecuzioni politiche o religiose e chi scappa dalla fame e dalla miseria...cosa li distingue ?
Tutto questo in una nazione (a rovescio) con la popolazione che sta lentamente invecchiando e morendo, senza essere in grado di invertire la tendenza, malgrado le fantasie autarchiche dei fasci governativi.
Per ultimo, quanto passerà perché il cosiddetto "imprenditore" che ha abbandonato a morire il bracciante a Latina venga fatto cavaliere del lavoro, magari non da Mattarella ma dal suo successore?
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 45
- Saprai la verità molto presto.
Ma perché? Ma che ne sa Ryou, che logicamente dovrebbe essere confuso come tutti gli altri! Questa è una delle parti dove New ha fatto un miglioramento: eliminare tutto il teatrino dei sospetti su di lui, e mostrarlo mentre cerca risposte insieme agli altri invece di fargli dire frasi a effetto canis mentulae.
Ah, nel doppiaggio italiano si parla di bisboccia tutta notte. Mica male. I sottotitoli inglesi fanno qualcosa di molto più allusivo, e io nuovamente resto con il dubbio amletico di 'ma quale sarà quello più fedele all'originale?'.
- Sì, finalmente l'idea giusta per risolvere quel buco di trama ... e le parole giuste per fare fluire quel dialogo in piena coerenza con tutti i personaggi... questa scena verrà benissimo, sì. No, aspetta, ora devo mettermi lì e scriverla io?
Come sarebbe a dire che non è così che è andato questo monologo?
- Okay mettiti al lavoro, io vado a lavare i piatti.
- Ma scusa non avevi detto che mi avresti insegnato?
- Se lo facessi io per te non varrebbe molto!
A' Faccia de Culo, non è quello che ti ha chiesto! C'è una zona grigia tra 'fare il lavoro al posto di qualcuno' e 'mollargli un libro e dirgli di attaccarsi', e quella zona grigia si chiama appunto 'insegnare'!
E lei che ci crede pure. Logica shojo.
Ecco, dopo che lei ha quasi demolito la cucina lui finalmente si decide a dare una mano. Con Ryou che sta lì a guardare ma con grande dignità e rispetto si astiene dal dire/fare alcunché.
Devo dire che tutta la parte di questo discorso è ... in egual misura disturbante e pietosa. Kisshu ovviamente ha zero considerazione per Ichigo come persona, par de course, ma al tempo stesso si capisce che dopo i ripetuti fallimento su tutti i fronti e l'essere stato allontanato dai suoi compari il suo contatto con la realtà è decisamente tracollato. In particolare per come prospetti a Ichigo di andarsene da soli da tutto e da tutti, dopo essere stato il più ardente propositore della lotta per gli alieni indipendentemente da Deep Blue: questo ormai non capisce più niente.
Bello come siano già arrivati tutti al gran completo, le ragazze già trasformate, e non facciano che rimanere lì impalati a guardare il dramah.
Personalmente apprezzo moltissimo questa scena perché pone un'ottima base al voltafaccia finale di Kisshu. Perlomeno questa del vecchio anime è l'unica delle versioni che ci provi. Nel manga cambia idea ogni due secondi, era lì che gongolava all'idea di uccidere Ichigo pochissimo prima di farsi ammazzare per lei, ma almeno ha avuto un momento in cui ha rinunciato a ucciderla. In New peggio che andar di notte, tenta di strangolare Ichigo dopo la sua crisi di pianto e si ferma solo perché interrotto dal Cavaliere Blu.
In questa versione Kisshu è sempre fuori come un balcone, finché non arriva questo momento in cui crede di avere effettivamente ucciso Ichigo. Per una manciata di secondi ha avuto esattamente quello che pensava di volere, la distruzione della ragazza che l'ha rifiutato, e si è reso conto che no, al contrario, anche vederla con qualcun altro era preferibile al vederla morire. In pratica questa scena ha preso il posto dell'addio finale nel manga, visto che da ora in avanti Kisshu lascerà effettivamente in pace Ichigo - se non in una finta per scatenare il potere del Cavaliere Blu.
Ed ecco qui perché la versione di Kisshu del vecchio anime è la mia preferita: restano fermi i tratti di squilibrio e instabilità, certo, ma c'è un arco caratteriale invece che un cambiamento repentino e apparentemente immotivato.
E se il vecchio anime rende un ottimo servizio a uno dei miei personaggi preferiti, per controbilanciare corre a sminchiarne un altro. 'Scommetto che sei rimasta sorpresa' ... a rigore di logica dovresti esserlo anche tu, Masaya!
Nel manga, e in New, è reso molto ben chiaro che Masaya non è consapevole nella trasformazione ner Cavaliere Aò, anzi, quando lo fa davanti ad Ichigo reagisce con sorpresa lui stesso, e rimane confuso al proprio 'nome da battaglia' come se non l'avesse mai sentito prima.
E questa cosa ha senso, succede poco prima della rivelazione su Deep Blue e nel frattempo nessuno riesce a farsi troppe domande perché ci sono diverse battaglie in rapida successione e non ne hanno il tempo materiale.
Ma se Masaya fosse stato consapevole fin dall'inizio come questa versione sembra implicare ... la cosa non sta in piedi. Masaya per quanto ne sa è un ragazzo normalissimo, se di colpo si fosse trovato con la capacità di trasformarsi in guerriero alieno avrebbe avuto un milione di domande. E molto probabilmente ne avrebbe parlato con Ichigo, quando lei gli avesse rivelato di essere una Mew Mew: non solo avrebbe avuto un 'segreto' da rivelarle a propria volta, ma forse lei sarebbe stata in grado di dargli risposte, visto che ha subito una trasformazione a sua volta. E sicuramente le avrebbe fatto comodo un alleato sempre con lei, invece di fargli comprendere il pericolo col sesto senso o roba del genere.
Poi, la reazione degli altri: lì tranquilli che guardano la scena, al massimo sono sembrati un po' sorpresi al momento. Altro che lasciarli mangiare i cioccolatini, avrebbero dovuto fare a Masaya un terzo grado che CIA scansate proprio, soprattutto perché alla rivelazione si sarebbe aggiunto il fattore 'perché minchia l'hai tenuto nascosto scusa'.
COS'È.
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Paola Boschin
Attendo, da tempo, la nomina a Cavaliere del Lavoro di un’operaia/o, con 40 e passa anni di lavoro a catena.
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POST SEMISERIO SULLE RELAZIONI.
La donna cerca e spera di trovare nell’uomo e nell’unione con lui due cose soprattutto:
Protezione e sicurezza.
Ella sa che percependosi protetta e sicura, potrà esprimere il suo Yin, cioè dolcezza, accoglienza, sensibilità, amorevolezza.
Quando entra nella coppia, ci entra con queste “aspettative”.
L’uomo entra nella coppia perché anela a qualcuno che si prenda cura di lui, si pone in relazione come un bambino, o un adolescente.
Uno psicologo ha affermato che le donne più felici, sono single, e gli uomini più felici, sono sposati.
Queste dinamiche all’inizio vengono mascherate dai fumi suadenti dell’energia ses*uale, la quale impedisce di vedere davvero cosa si sta realmente muovendo nella relazione che sta nascendo.
Ecco che quando la donna scopre che il cavaliere dall’armatura scintillante è in realtà un adolescente viziato e prepotente, anch’ella si trasforma da principessa a matrigna e ferma la sua ascesa al divenire Regina.
Bel guaio.
Nulla esiste al mondo di più letale di una donna che rinuncia alla relazione rimanendo nella relazione come matrigna o come “sguattera”.
Povero il disgraziato che dovrà fare i conti con la sua ira funesta a volte manifesta a volte passiva, ma attenti entrambi sono in uno stato di totale frustrazioni come due debuttanti che si ritrovano a servire il te al ballo.
Allora la donna si sente costretta a scegliere tra due possibilità: o chiude la relazione o continua e gliela fa pagare cara, invece l’uomo permane in quello stato di soddisfazione adolescenziale anche tutta la vita non provando mai o quasi mai ambizione altra.
Oggi, moltissime donne hanno rinunciato al proprio femminile a causa di questo guaio immenso che chiamerei guaione, tragedia, infima condanna.
Si sono travestite da uomo e hanno messo sulle spalle la croce di dover prendersi cura del marito 14 enne, dei figli di 2,3 anni, del gatto, della casa, del lavoro e spesso anche delle finanze del marito o comunque di gestire la sua vita come se egli fosse e di fatto è un pubero immaturo.
Ce ne sono migliaia di donne così o anche di donne che per schivare il suddetto mega proiettile, decidono di tenersi solo cane, gatto, casa e lavoro, rinunciando al compimento della relazione di della maternità (Parthenope in fondo parla di questo, piccola parentesi cinematografica).
Ora care mie possiamo trasformare questo flagello in una grande possibilità quella di diventare davvero Yin e Yang e ricomporre la nostra identità spezzata in due.
E lo stesso i cari fratelli, che privati della sostituta materna o evolveranno nutrendo il loro femminile o rimarranno sposati con la madre fino alla sua morte e oltre (come in psycho, altra parentesi cinema).
L’era della coppia zoppa è finita, questi antichi giochini della matrix si sono rotti.
È tempo di ricomporre i cocci personali e donarsi solo ad un altro o altra interi scivolando all’abbisogna da una polarità all’altra senza restare rigidamente ancórati al ruolo e rimanendo così perpetuamente delusi e frustrati.
Senza queste premesse non solo non parlerei di relazione ma sarebbe da preferisci persino un criceto o un pesce rosso o un bambolo o bambola gonfiabile, almeno da risparmiare i denari per gli avvocati, le ulcere, le coliti, i mutui e dei figli poli traumatizzati che a 16 anni vi insulteranno come degli Hooligans con la squadra avversaria.
ClaudiaCrispolti
Adesso non vi sperticate a puntare l’indice contro le donne o contro gli uomini e dire io non sono così. Non ce ne frega niente.
Qui si parla in generale e sei tu sei l’eccezione, bravo, brava, ok ma mi raccomando tientelo per te.
Polemiche, messaggi aggressivi che denotano solo il livello di frustrazione e altre noiosità verranno esposte al pubblico ludibrio con mio grande giubilo. 😋👍
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Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo.
E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro.
L’amore finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore.
Dove sparendo la foresta
e l’aria verde,
chi resta sospira nel sempre più vasto
paese guasto:
come potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.
Giorgio Caproni
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Strappare Longobardi
Il sindaco Bandelli ci tiene a quel tratto longobardo, tanto che lui proprio quelle cose di Roma non le manda giù.
Che si fatica qui, che sfaticati là, che quello di strapparelungoibordi parla come quei politici là sul telegiornale del primo e che lui non lo capisce.
E allora nel cinema all'aperto, da luglio a settembre, sul porfido nuovo di Piazza Giobetti (che era un parente alla lontana della moglie, cavaliere del lavoro), si proiettano solo pellicole longobarde.
Ruralità post-fascista, baby boom e cabriolet di importazione brianzola. Una produzione di revisionismo grana e polenta del morosetto della figlia.
E mentre scorrono inutili le immagini di "Strappare Longobardi", è tutto un frugare in penultima fila, con quei due assatanati della Lorella e del Peppe detto "il rana" per quella voce gracidante. La Lorella è la figlia del Bandelli, la cognata del regista, che per l'occasione si è messa tutta in ghingheri con una gonna portafoglio che svolazzava solo a guardarla.
Comoda per il rana, che le gracidava sul collo mentre inzuppava.
E dietro, come sempre, il Mariello, che guardava e si palpottava.
Così l'apoteosi cinematografica di una partita di briscola si trasforma lenta da un cappotto di noia ad uno scrosciare si succhi sulla poltroncina della Lorella, che il buon Mariello lapperebbe volentieri se non fosse per lo scrosciar dell'applauso di regime.
Scuote la testa la Bibliotecaria che ancora odora delle sue letture intense e pensa che un giorno vedrà un film vero, mentre il suo animo mastica lento il guardare le mani tra le gambe della Lorella e la sera sublima il rosicare muto tra le parole della Merini, desiderosa di assaggiare lo sperma.
Il suo sperma bevuto dalle mie labbra era la comunione con la terra.
Bevevo con la mia magnifica esultanza guardando i suoi occhi neri che fuggivano come gazzelle.
E mai coltre fu più calda e lontana e mai fu più feroce il piacere dentro la carne.
Ci spezzavamo in due come il timone di una nave che si era aperta per un lungo viaggio.
Avevamo con noi i viveri per molti anni ancora i baci e le speranze e non credevamo più in Dio perché eravamo felici.
(Alda Merini)
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5 STORIE DI FANTASMI DELLA SARDEGNA
Oltre le cime delle montagne e le scogliere della costa, la Sardegna nasconde segreti antichi e oscuri, avvolti dal mistero e dal terrore.
La terra sarda è infestata da creature spettrali, creature che affondano le loro radici nella storia stessa dell'isola. Queste presenze sinistre possono manifestarsi in qualsiasi momento, dall'oscurità della notte all'ora del tramonto, per terrorizzare coloro che incappano nei loro percorsi.
In questo articolo, esploreremo cinque storie di fantasmi della Sardegna che sono state tramandate di generazione in generazione e che sono giunte sino a noi.
Cunfraria
Nella storica Sassari, città del nord Sardegna, si racconta la leggenda di una processione di fantasmi che appare la notte del 31 ottobre. Secondo la tradizione locale, questi fantasmi possono essere visti vicino all'incrocio tra via San Sisto e via Santa Apollinare. Le loro forme spettrali si muovono silenziosamente per le strade come per qualche commissione invisibile.
Alcuni dicono che questa processione di anime che viene chiamata “Cunfraria” cioè confraternita, sia composta da spiriti di defunti che ritornano nel regno dei vivi in questa notte santissima. Altri sostengono che siano la manifestazione di antiche maledizioni, evocate dalla magia oscura e da intenti malevoli. Qualunque sia la loro origine, si dice che la vista di queste apparizioni spettrali riempia i cuori di coloro che le vedono di paura e terrore.
Don Blas
Nell'oscuro e antico castello di Burgos, c'è una leggenda di un terrificante fantasma che custodisce un favoloso tesoro. Il suo nome è “Don Blas d'Aragona”, un grande e potente cavaliere iberico del XVI secolo che ha incontrato la sua prematura scomparsa in una sanguinosa battaglia molto tempo fa, quando la Sardegna viveva il periodo della dominazione spagnola. Secondo i racconti, “Don Blas” fu condannato a trascorrere l'eternità a custodire il tesoro che gli era stato affidato in vita. Così il suo spirito infesta il castello, legato per sempre alle sue mura. La sua presenza è un costante promemoria del potere e della ricchezza che giacevano nascosti all'interno.
Panas
In Sardegna esiste una leggenda colma di tristezza e terrore che per secoli ha perseguitato i cuori e le menti degli uomini. È una storia di dolore e disperazione, di perdita e rimpianto, una storia che è stata tramandata attraverso i secoli.
Si racconta che i fantasmi delle donne morte di parto siano condannati a tornare nel mondo dei vivi per sette lunghi anni, infestando la terra durante le ore buie della notte.
Gli anziani sussurrano che questi fantasmi, noti come “Panas”, appaiano vicino ai corsi d’acqua e si possano vedere intente a lavare i panni insanguinati del loro figlioletto. Non possono comunicare o interrompere il lavoro per nessuna ragione. Se qualcuno le disturbasse, dovrebbero ricominciare il loro rituale di penitenza daccapo e si vendicherebbero spruzzando acqua verso chi osa disturbarle.
Femminedda
Nelle remote regioni di Sant'Antioco, presso le colline che circondano Maladroxia, esiste un antico Nuraghe noto come sa “Femminedda”.Il suo nome è legata ad una strana leggenda che narra di uno spirito inquieto che ancora oggi aleggia intorno alle rovine del monumento.
Si dice che lo spirito appartenga a una giovane donna giustiziata in circostanze violente e misteriose secoli fa, la cui anima è stata condannata a vagare senza pace.
La fanciulla, accusata di un crimine infamante, fu sottoposta a una punizione esemplare e brutale, che mirava a fare di lei un monito per il popolo. Fu decapitata e il suo corpo fu sepolto in una chiesa sconsacrata fuori dal centro abitato, mentre la sua testa sarebbe nascosta nel cuore del borgo.
A causa di questo trattamento crudele e sconsiderato, l'anima della giovane, ribattezzata “sa Femminedda”, è stata condannata a vagare senza pace lungo i sentieri di campagna e le vie del paese.
Marchesa Malaspina
A Bosa, paese di mare senza tempo, la figura spettrale della marchesa Malaspina continua a vagare senza pace. Letizia, questo il suo nome, fu accusata di un grave crimine: l'adulterio con un amante sconosciuto. Il marito, geloso al punto da perdere la ragione, fece scavare una rete di tunnel segreti dal castello al paese, in modo che la marchesa potesse muoversi al riparo dagli occhi indiscreti.
Ma neppure l'inganno più elaborato riuscì a sfuggire alla furia distruttiva del marito. In preda ad un raptus di gelosia, egli fece mozzare le dita della marchesa, conservandole gelosamente in un fazzoletto che mostrò ad alcuni amici. Lui fu condannato a morte e lei sparì senza lasciare tracce.
Tuttavia, non tutti credono che il fantasma di Letizia sia scomparso del tutto. In molte notti, si possono ancora udire i suoi lamenti disperati provenire dalle rovine del castello dei Malaspina. Si dice che l'anima della marchesa sia rimasta intrappolata in quel luogo, tormentata dai suoi rimpianti e dalla sua disperazione.
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Dedico questo riconoscimento a mio padre, che nel 1977 ricevette lo stesso titolo. Silvio Berlusconi resterà per sempre 'il Cavaliere', continua Marina Berlusconi. Sono passati più di quarant’anni, ma ricordo come fosse ieri quella giornata a Roma in cui mia madre, io e mio fratello Pier Silvio lo accompagnammo alla cerimonia per questa onorificenza: ero una bambina, e quel momento resterà per sempre nel mio cuore.
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Marina Berlusconi è stata nominata Cavaliere del Lavoro, un riconoscimento che suo padre, Silvio Berlusconi, ricevette nel 1977. Durante la cerimonia al Quirinale, Marina ha espresso la sua gratitudine verso il presidente Sergio Mattarella e ha ricordato con emozione l'evento risalente a oltre quarant'anni fa, quando accompagnò il padre a Roma per ricevere l'onorificenza. Ha dedicato questa nomina a Silvio Berlusconi e alla Mondadori, l'azienda di famiglia. Visibilmente emozionata, Marina ha raccontato che il titolo di Cavaliere si trasformò in un soprannome affettuoso per il padre. Ha affermato di dedicare il riconoscimento a Silvio, sottolineando l'importanza speciale che ha per la sua famiglia. Con riferimenti al lavoro svolto nel gruppo Mondadori e Fininvest, ha descritto questo riconoscimento come “un onore grandissimo”. Marina ha evocato ricordi vividi del giorno in cui il padre ricevette il titolo nel 1977, mentre lei aveva solo undici anni. All'epoca, Silvio Berlusconi emergeva nel settore edilizio grazie al progetto di Milano 2, e la cerimonia si tenne al Palazzo della Civiltà del Lavoro. Marina ha dichiarato che quel momento rimarrà sempre nel suo cuore, esprimendo la sua gratitudine anche per i collaboratori di Mondadori e Fininvest. Marina, figlia maggiore di Silvio e Carla Dall’Oglio, ha iniziato un percorso imprenditoriale seguendo le orme del padre. La sua formazione è stata più pratica che accademica; inizialmente ha intrapreso studi in Giurisprudenza e Scienze Politiche, ma ha abbandonato entrambi dopo il primo anno. Fedele Confalonieri, collaboratore di fiducia di Silvio, è stato un mentore per lei, guidandola nell'ingresso nella realtà aziendale del padre. A 22 anni, Marina è entrata nel consiglio di amministrazione di Standa, e a 30 anni è diventata vicepresidente di Fininvest. Nel 2005 ha assunto la presidenza dell'azienda, mentre dal 2003 guidava già Mondadori. Nella vita personale, è sposata e madre di due figli avuti con Maurizio Vanadia, ex primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano.
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Cavaliere del lavoro / Cavaliere della Repubblica...
Una nomina che NON ha senso !
Essere cavaliere del lavoro / repubblica dovrebbe temporanea, annuale...
Come hai dimostrato di meritartela... se non la confermi, deve essere revocata.
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Giovane cavaliere agrigentino si qualifica al Best Rider di Verona
Si è conclusa a Cattolica, in Emilia Romagna, la finale Nazionale del Progetto Sport, dove il giovanissimo Mattia Messineo, 10 anni, ha raggiunto un traguardo di grande rilievo. Allievo dell'A.S.D Equitazione Agrigentina Giarrizzo di Favara, Messineo ha realizzato tre percorsi netti senza penalità, guadagnandosi così l'accesso al Best Rider nella categoria B90 Pony, che si terrà alla fiera Cavalli di Verona. Per Mattia Messineo, questa è stata un'importante conferma del suo talento. Il giovane cavaliere si è distinto durante tutte le tappe del Progetto Sport, conquistando più volte il podio. Nella finale di Cattolica, si è confrontato con 90 binomi provenienti da tutta Italia, ottenendo un sesto posto nella Top 10 che gli ha garantito l'accesso all'evento di Verona. La sua partecipazione rappresenterà con orgoglio la provincia di Agrigento in uno degli eventi equestri più prestigiosi. Non solo Messineo ha portato in alto i colori dell’A.S.D di Favara: anche le sue compagne di squadra, Aurora Carrubba, 13 anni, e Alessia Piazza, 20 anni, hanno ottenuto risultati significativi nelle rispettive categorie, pur essendo alla loro prima esperienza in una competizione di questo livello. Gli istruttori Filippo La Mantia e Filippo Vullo si sono detti entusiasti del percorso dei loro giovani atleti, sottolineando l'importanza del lavoro svolto nelle diverse tappe che li ha condotti fino alla finale Nazionale e alla qualificazione per il Best Rider di Verona. Read the full article
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Unione Sindacale di Base: Strage di lavoratori a Suviana: sciopero regionale in Emilia Romagna e presidio alla sede di Confindustria ore 10:30
https://www.usb.it/leggi-notizia/strage-di-lavoratori-a-suviana-basta-decreti-di-facciata-serve-il-reato-di-omicidio-sul-lavoro-e-basta-con-gli-appalti-0843.html
Effettivamente se bevi una birretta e ammazzi uno con la macchina vai in prigione per omicidio stradale.
Se invece provochi una strage di lavoratori più o meno in appalto, non ci sono problemi e te la cavi sempre e magari ti fanno cavaliere del lavoro...
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 38
Certo che a volte l'anime originale se ne usciva con delle belle trovate, che alzavano di molto la posta in gioco per le eroine e rendevano i nemici molto più intelligenti e pericolosi. Usare la stessa energia degli attacchi delle nemiche contro di loro ... bella trovata, non c'è che dire.
Adorati i discorsi contrastanti tra Kisshu e Ryou, perché entrambi fanno un gran lavoro nell'esprimere le proprie ragioni.
Da una parte, abbiamo un popolo che potremmo definire di sfollati, finiti in una situazione ostile, che sognano il ritorno alla propria terra ancestrale, un paradiso in confronto al luogo in cui si trovano. E lo ritrovano invaso da una specie ai loro occhi estranea che l'ha rovinato, devastandolo per il proprio egoismo.
Dall'altra, come dice giustamente Ryou, chi se ne frega di chi sono gli alieni. Non tutti gli umani sono causa diretta di questa situazione, e ovviamente non vogliono vedere i propri cari soffrire e morire. Anche gli umani non hanno mai conosciuto altro mondo se non questo.
Tra l'altro prima volta che Ryou, pur continuando ad opporsi a loro, riconosce che gli alieni stiano combattendo per i propri cari, mentre in un episodio precedente aveva detto alle ragazze di non provare nemmeno a capirli. Bel momento di crescita del personaggio. Quanto mi rode che l'anime abbia tolto la parte manga in cui è lui stesso a dare la Mew Aqua residua agli alieni per salvare il proprio pianeta, sarebbe stata la conclusione perfetta del suo arco come personaggio!
Mi piace che gli alieni si siano semplicemente messi di mezzo e abbiano bloccato l'attacco. Fa chiedere perché non abbiamo provato a farlo tutte le altre volte, ma tant'è.
Probabilmente uno dei motivi per cui gli alieni sono diventati così popolari presso il fandom è che l'anime ha dedicato molta attenzione a come funzionassero le cose tra loro. Non erano i soliti antagonisti che compaiono quel tanto che basta a vederli complottare, avevano non solo una motivazione comprensibile, ma anche i loro legami tra loro, un affetto che li legava nonostante tutte le loro divergenze. Queste non sono persone vuote o emotivamente impoverite rispetto ai protagonisti: la loro reazione al vedere un amico ferito è la stessa che avrebbe un personaggio 'buono'.
Tra l'altro interessante come nella scena poco prima il Cavaliere Aò non batta ciglio al ferire gravemente qualcuno. Comprensibile dato che Kisshu è stato il primo ad attaccare, ma una tale impassibilità mi sembra molto più da Profondo Blu che da Masaya. Trovo sempre affascinante l'intrecciarsi di queste tre diverse identità.
A proposito di Profondo Blu, qui più che impassibile sembra provare un divertimento sadico a dire a Pai e Taruto di lasciar morire Kisshu, con tanto di risatina finale. Al suo ragionamento ci si può arrivare: perché mai lasciare in vita uno che 1) è ossessionato da una della fazione avversa e 2) ha già mostrato di avere dubbi verso Profondo Blu stesso. Buona occasione di liberarsene. Ma la soddisfazione davanti alla paura degli altri due, che prova? Indizio al fatto che non abbia minimamente a cuore gli alieni? Momento da villain generico? Una cosa non esclude l'altra?
Tra l'altro le reazioni qui possono fare da anticipazione a quelle che avranno nello scontro finale: Taruto protesta, cerca di opporsi all'ordine, mentre Pai accetta senza discutere.
Bel contrasto tra protagonisti e antagonisti: Ryou, facendo sfoggio di una maturità notevole, calma Ichigo nella sua crisi e la incoraggia a stare con un Masaya ferito, e mentre non permette alle altre di farle compagnia, resta il fatto che le ragazze si siano offerte in primo luogo.
In parole povere, le Mew Mew possono sempre contare sul reciproco sostegno (quando la logica filler non le manda ooc), mentre gli alieni vorrebbero aiutarsi tra loro, ma sono talmente sottoposti a una persona spietata che semplicemente non possono.
Ichigo che fa tutto il suo discorso sull'essere una Mew Mew a un Masaya svenuto, e la sua soluzione è smettere di vederlo e tornare a mettere distanza ... per carità, coerente con lo scorso episodio, ma preferisco la versiòne di manga e New, dove per salvarlo si trasforna davanti ai suoi occhi e affronta le conseguenze, quali che siano.
E poi scusa, se davvero il poverino non ne avesse saputo niente, pensa che non ci sarebbe rimasto male ad essere piantato dalla sua ragazza senza spiegazioni?
Da una parte, la scena in cui Masaya rivela il proprio passato a Ichigo mi piace, perché al contrario di manga e New non è un monologo interiore, è un vero e proprio disvelamento delle proprie fragilità e dei propri lati negativi da parte di una persona che interagisce con il mondo tramite una maschera.
Dall'altra, questo momento diventa fine a sè stesso, non viene più risollevato, non cambia di molto il modo in cui Ichigo si rapporta a Masaya. E per di più, dall'essere collegato alla rivelazione della sua natura come Profondo Blu, questo momento diventa dimenticabile.
Niente a che vedere con la spettacolare crisi di identità con cui ci ha deliziati New.
Tra l'altro, ma è l'anime in sè e per sé che ha smussato molto il discorso? Qui sembra che Masaya abbia voluto diventare il figlio perfetto per gratitudine verso i genitori che l'hanno adottato perché volevano semplicemente un figlio, nel manga la questione è posta in termini di sopravvivenza e assicurarsi una vita serena presso una coppia che stava esplicitamente cercando un buon erede.
Mentre una ricerca su come orfanotrofi e adozioni vengano gestiti in Giappone basta a far capire perché la questione sia stata posta in termini di sopravvivenza, mi è dispiaciuto veder smussato quest'angolo più cinico di Masaya e il suo senso di alienazione verso il resto dell'umanità, una delle cose che lo rendono un personaggio davvero interessante.
E finisce tutto con una scena molto dolce e romantica, con i due che riaffermano il proprio amore reciproco e il proprio desiderio di sostenersi a vicenda. Dai, ogni tanto anche il vecchio anime cacciava fuori scene carine per questa coppia.
#tmm#tokyo mew mew#tmm rewatch#tmm ichigo#tmm aoyama#tmm blue knight#er cavaliere aò#tmm deep blue#tmm ryou#tmm kisshu#tmm pai#tmm taruto
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Si è aperta dalle 15 di oggi la camera ardente di Francesco Merloni, morto all'età di 99 anni
Francesco Merloni, presidente onorario del gruppo Ariston, è morto ieri nella sua casa di Fabriano. Aveva da poco compiuto 99 anni. Ingegnere meccanico, imprenditore e cavaliere del lavoro, ma anche anche parlamentare e due volte ministro dei Lavori pubblici, Merloni è stato fra i protagonisti dello sviluppo industriale italiano del secondo Novecento. Dopo aver raccolto l’eredità del padre Aristide, fondatore dell'Ariston, ha guidato l’azienda di famiglia per quarant’anni, prima di ritirarsi nel 2011. Il figlio Paolo è oggi presidente esecutivo di Ariston Group. La nota di Ariston “Grazie alla sua visione lungimirante e a una tenace fiducia nel futuro – si legge nella nota di Ariston che annuncia la morte di Merloni – si è fatto promotore di un modello d’impresa capace di coniugare competizione globale, radicamento territoriale e responsabilità sociale. Uomo politico, Francesco Merloni è stato parlamentare per sette legislature, dal 1972 al 2001, e ministro dei Lavori Pubblici nei Governi Amato e Ciampi, dal 1992 al 1994”. La vita La crescita di Ariston Laureato in Ingegneria all'Università di Pisa, Francesco Merloni entrò nell’azienda di famiglia negli anni Cinquanta. Solo 1970, insieme ai fratelli, dovette rilevare il gruppo fondato dal padre Aristide, morto in un incidente. Da imprenditore, prese una serie di decisioni che cambiarono il volto industriale delle Marche. Nello stabilimento di Matelica iniziò a produrre bombole e serbatoi per il gas, quindi a Castelraimondo i pannelli fotovoltaici per scaldare l'acqua e a Fabriano gli scaldabagni. In pochi anni diede vita a Merloni Termosanitari, poi divenuta Ariston Group, specializzata in impianti di riscaldamento e climatizzazione. La Legge Merloni Nel 1994, da ministro del governo Ciampi, fu autore della Legge Merloni, una radicale riforma del sistema degli appalti pubblici che separò il ruolo del progettista da quello dell'esecutore dei lavori, per evitare la continua rincorsa delle varianti che facevano salire i costi delle grandi opere. Realizzò anche la trasformazione dell'Anas in Ente pubblico economico. La Fondazione Aristide Merloni Francesco Merloni era legato indissolubilmente anche alla Fondazione che porta il nome di suo padre, Aristide Merloni, un ente di ricerca di eccellenza nella promozione e nello sviluppo della cultura imprenditoriale territoriale, di cui era presidente. Le reazioni “La morte di Francesco Merloni è una grandissima perdita per la nostra regione e per l'industria italiana – ha scritto il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli - È un grande dispiacere: la figura, la storia di Francesco Merloni, coincidono con la storia delle Marche. Ha rappresentato un grande successo industriale, ha portato la nostra regione ad essere protagonista”. “Si chiude definitivamente un'epoca”, il commento commosso dell'ex sindaco di Fabriano, Roberto Sorci, storico collaboratore di tutta la famiglia Merloni. Read the full article
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